SAN GIOVANNIA A PIRO

lunedì 23 aprile 2012

INSALATA DI VERDOLAGA...LÈ nota nelle diverse regioni con diversa denominazione: in italiano come porcellana, procaccia, porcacchia, pucchiacchella o picchiacchella (in alcune zone del Sannio viene chiamata, eufemisticamente, erba vasciulella per evitare |il diretto riferimento dialettale al sesso femminile,(la purchiacca, in dialetto napoletano, è la vagina), perchiazza, sportellaccio, andraca; in inglese come purslane, purslave, pursley, pusley; in spagnolo e catalano come verdolaga, verdalaga, buglosa, hierba grasa, porcelana, tarfela, peplide' (Spagna), colchón de niño (Salvador), flor de las once (Colombia), flor de un día, lega (Argentina); in portoghese e galiziano come beldroega, bredo-femea, baldroaga; in basco come ketozki, ketorki, getozca; in francese come pourpier, portulache; in cinese come Ma-Chi-Xian.


Tra queste la oleracea è la più diffusa. Il nome botanico latino significa 'piccola porta' per il modo con cui si aprono le capsule. Gli Arabi nel Medio Evo l’hanno denominata baqla hamqa, che significa 'pianta pazza' o 'pazzesca' a causa del modo in cui i rami si estendono per terra senza alcun controllo.


Di probabili origini asiatiche, nell’antico Egitto era utilizzata come pianta medicinale, mentre era coltivata durante il Medio Evo nei Paesi Arabi e nel Bacino del Mediterraneo, soprattutto in Spagna. In Arabia Saudita, Emirati Arabi e Yemen, sono coltivate correntemente diverse varietà di portulaca della sottospecie sativa. Negli Emirati Arabi la varietà coltivata è reperibile in molti negozi di ortaggi per essere utilizzata come insalata. Nelle regioni dell’Italia meridionale la portulaca, raccolta negli orti come spontanea, veniva venduta alla rinfusa da ambulanti durante gli anni ’50 – ’60.


Raccolta allo stato spontaneo o talvolta coltivata, viene consumata da tempi remoti nelle regioni mediterranee. Le foglie dal sapore acidulo, crude o cotte, si consumano in insalata; sono utilizzate per preparare minestre saporite e rinfrescanti, si possono conservare sottaceto. Nella cucina napoletana era un tempo raccolta insieme alla rucola da piante che crescevano spontaneamente, e venduta da ortolani ambulanti. Rucola e pucchiacchella erano un binomio quasi inscindibile tra gli ingredienti dell'insalata.

Nella cucina romana la portulaca o porcacchia appartiene a quel misto di varie verdure domestiche e selvatiche crude che sono consumate in insalata sotto il nome di misticanza o insalata di mescolanza. Anticamente questa misticanza la portavano a casa i frati passando a chiedere l’obolo alle famiglie, ed infatti in Corsica la portulaca viene tuttora chiamata “erba fratesca”.



Usata per curare diarrea, vomito, enterite acuta, emorroidi ed emorragie post-partum.


Un impacco di foglie è usato in caso di foruncoli, punture d’api ed eczema.
Negli ultimi anni sono state scoperte notevoli proprietà nutritive e medicinali: è una fonte vegetale dell’acido grasso omega-3 (importante per la prevenzione degli attacchi cardiaci) di cui contiene modeste quantità e di acido α-linolenico; possiede un elevato contenuto di proteina cruda e di polisaccaridi idrosolubili, una buona tolleranza alla salinità e una discreta capacità di accumulo di metalli pesanti.



è molto comune negli orti ( anche il mio ) ho provato a mangiarla in insalata......a me non piace, ma c'è chi la coltiva appositamentea portulaca (Portulaca oleracea L., Portulacaceae) è una specie infestante, una delle più diffuse nelle colture estive. Raccolta allo stato spontaneo o talvolta coltivata, viene consumata da tempi remoti nelle regioni mediterranee.
Negli ultimi anni è stata rivalutata come potenziale new crop in virtù di alcune proprietà che la contraddistinguono: è una delle migliori fonti vegetali dell’acido grasso omega-3, α-linolenico, possiede un elevato contenuto di proteina cruda e di polisaccaridi idrosolubili, una buona tolleranza alla salinità e una discreta capacità di accumulo di metalli pesanti. L’insieme di queste proprietà fa ipotizzare l’impiego della specie nella alimentazione umana e non solo.

Denominazione
E’ nota nelle diverse regioni con diversa denominazione: in italiano come porcellana, procaccia, porcacchia, sportellaccio, andraca; in inglese come purslane, purslave, pursley, pusley; in spagnolo e catalano come verdolaga, verdalaga, buglosa, hierba grasa, porcelana, tarfela, peplide (Spagna), colchón de niño (Salvador), flor de las once (Colombia), flor de un día, lega (Argentina); in portoghese e galiziano come beldroega, bredo-femea, baldroaga; in basco come ketozki, ketorki, getozca; in francese come pourpier, portulache; in cinese come Ma-Chi-Xian. Alla specie Portulaca oleracea L. sono ascrivibili sette subspecie:

  1. subsp. granulatostellulata (Poellnitz) Danin e H.G. Baker;
  2. subsp. nitida Danin e H.G. Baker;
  3. subsp. oleracea;
  4. subsp. papillatostellulata Danin e H.G. Baker;
  5. subsp. sativa (Haw.) Celak.
  6. subsp. stellata Danin e H.G. Baker.
  7. subsp. sylvestris (DC.) Celak
Tra queste la oleracea è la più diffusa. Il nome botanico latino significa ‘piccola porta’ per il modo con cui si aprono le capsule. Gli Arabi nel Medio Evo l’hanno denominata ‘baqla hamqa’, che significa ‘pianta pazza’ o ‘pazzesca’ a causa del modo in cui i rami si estendono per terra senza alcun controllo.

Portulaca in insalata