SAN GIOVANNIA A PIRO

lunedì 29 ottobre 2018

MORTADELLA RIPIENA ( MURTADELLA m'buttunata )

Ingredienti per 4 persone: 8- 10 fette di mortadella a fette un pò più spesse 2 uova 6-7 fette di pane bianco latte q.b. 100 gr di parmigiano grattugiato oppure formaggio di capra stagionato prezzemolo sale pepe olio di oliva del cilento passata di pomodoro 2-3 foglie di basilico aglio cipolla stuzzicadenti Ecco il passo passo degli involtini di mortadella: In una casseruola preparare un semplicissimo sugo con la salsa di pomodoro, l'olio di oliva del cilento e la cipolla,e il basilico, senza soffriggere nulla, regolare di sale e far cuocere per circa 20 minuti. Intanto preparare gli involtini...... Preparate il ripieno in una ciotola sminuzzando la mollica del pane bianco e aggiungendo un po di latte (meglio metterne poco per volta piuttosto che rischiare che il ripieno possa risultare troppo liquido)le uova, il sale, l'aglio e il prezzemolo tritato finemente il pepe, il parmigiano oppure il formaggio caprino Mescolate bene, poi allineate le fette di mortadella e mettete un cucchiaio di ripieno su ciascuna fetta .Richiudete con i stuzzicadenti ogni fetta a bauletto, o arrotolando semplicemente, e poggiatele man mano nella salsa di pomodoro,sempre a fiamma bassa, far cuocere Ancora per una 10 minuti e spegnere. Servire caldi. Se volete col sugo potete condire un buon piatto di ''Pasta '' e non potete immaginarvi che sapore e che profumo!

"Pasta e Fasuli" PASTA & FAGIOLI


"Pasta e fasuli", storia e ricetta del piatto tipico napoletano Pasta e fagioli. Quando nacque questo “magnifico” incontro? Circa 2000 anni fa. Si tratta, infatti, di una pietanza molto antica: all’epoca dei Romani, prima dell’arrivo della pasta secca, erano già presenti le zuppe di fagioli, cucinate con ortaggi e spezie, all’interno delle quali ci si inzuppava il pane. Proveniente dalle cucine dei braccianti e contadini, è un piatto economico e allo stesso tempo nutriente, ricco di carboidrati e proteine. A quei tempi questo legume era consumato abitualmente ma non veniva ritenuto un cibo prelibato. Virgilio lo chiamava “vilem phaseulum” perchè abbondante, non per pochi eletti, e per questo non degno di dare il proprio nome alle illustri famiglie (al contrario di altri legumi: Pisoni-piselli, Lentulo-lenticchie, Fabia-fava). Durante il Medioevo, la facilità della sua coltivazione e le notevoli proprietà nutritive lo resero un alimento del popolo e dei conventi: veniva utilizzato come ingrediente nelle zuppe o come contorno di carni con le quali veniva cotto. In Francia veniva chiamato “mongette”, in Italia “fasselo o fasolo” (da cui la variante dialettale napoletana “fasul”). Esistono diverse varianti regionali di questa pietanza, tanto è vero che non è possibile definire con certezza quale sia la sua origine, ma naturalmente, non poteva mancare la versione napoletana: si tratta, infatti, di uno dei primi piatti più amati dal popolo partenopeo. Una particolarità della versione napoletana è che la pasta viene cotta direttamente insieme ai legumi, invece di essere cotta a parte e poi aggiunta ai fagioli. Con questa preparazione tutto l’amido della pasta, che andrebbe invece perso scolando la pasta, viene conservato. Un’altra caratteristica della versione napoletana è che la pasta deve essere rigorosamente mista (a Napoli si chiama “la munuzzaglia)”, mentre il fagiolo deve essere quello bianco, ovvero il cannellino, che unito alla pasta crea un sugo più denso e cremoso ("azzeccato" in napoletano). A tal proposito, a fine cottura, è importante che la pasta riposi, nel piatto o nella pentola, per qualche minuto prima di essere mangiata. È chiaro dunque, che nella versione partenopea, questo piatto non deve essere assolutamente brodoso. Di pasta e fagioli ne esistono due versioni: c’è chi la preferisce bianca e chi con il pomodorino. Molto popolare, nella cucina napoletana, è anche l'aggiunta delle cotiche o delle cozze per rendere la pietanza più ricca. Che sia bianco, rosso, con le cotiche o con le cozze, si tratta di un piatto talmente buono che si usa mangiarlo anche freddo. Eduardo De Filippo in "Natale in Casa Cupiello" diceva: "Io lo so che quando si fanno i fagioli in casa mia si fanno che possono bastare per tre giorni, perché ci piace di mangiarli freddi al giorno appresso, e pure riscaldati la sera.. 'a matina pe' merenda” . Ingredienti per 4 persone 500 g di fagioli borlotti secchi 1 carota(a piacimento) 1 costa di sedano(a piacimento) 1 peperoncino Brodo vegetale 200 g di pasta formato “ditalini” ( pasta la munuzzaglia) pasta corta mischiata Olio di oliva del cilento Sale Ammollare i borlotti in acqua fredda per 1 notte. Mondare e tritare la carota, il sedano e i 2 spicchi d'aglio, quindi soffriggere in una pentola con un goccio di olio extravergine di oliva del cilento. A questo punto aggiungere i fagioli scolati dall’acqua di ammollo e sciacquati, e coprire con il brodo vegetale. Cuocere dolcemente per 1 ora, salare e cuocervi la pasta per 10 minuti,Aggiustare con chi desidera un po di peperoncino Servire ben calda con un filo di olio extravergine di oliva a crudo del cilento.....buon appetito