SAN GIOVANNIA A PIRO

sabato 19 gennaio 2013


Ingredienti :
500 gr di spaghetti, oppure mezze penne, vermicelli o linguine
60 pomodorini del cilento
3 cucchiai di olio extra vergine di oliva del cilento
2 spicchi di aglio
qualche foglia di basilico
Liberate dalla ‘nserta una 60  di pomodorini, avendo cura di scegliere quelli maturi al punto giusto.
Lavateli e lasciateli qualche minuto a sgocciolare. Nel frattempo fate imbiondire i due spicchi di aglio nell’olio in una padella larga.
Toglieteli prima che brucino e versatevi i pomodorini del cilento tagliati a metà. Prestate molta attenzione alla cottura: meglio qualche minuto in meno, altrimenti cominciano a tirar fuori l’acqua e poi rischiano si spellarsi.
In genere vanno bene una decina di minuti.
Una volta cotti gli spaghetti molto al dente, scolateli e passateli un minuto in padella con i pomodorini.
Aggiungete il basilico fresco e servite subito.

venerdì 18 gennaio 2013


CARPACCIO DI POLIPO


Ingredienti:

Ricetta e preparazione

Ecco le istruzioni.
  1. Pulite bene il  asportando gli occhi e il rostro. Ripulite le viscere all’interno della testa e sciacquate il tutto accuratamente.
 Portate a bollore una pentola d’acqua a cui avrete aggiunto la cipolla divisa a metà, la carota pulita e tagliata in due, le foglie d’, il , aggiungete inoltre il . Fate bollire finchè non è cotto.
  2. Una volta cotto, scolate bene il  e mettetelo in un sacchetto di plastica da freezer, comprimetelo bene e avvolgetelo con della carta trasparente, come un salame: ponetelo in congelatore per qualche ora. Trascorso il tempo, togliete il  dal congelatore, togliete la carta e il sacchetto e tagliatelo a fette molto sottili  la variante, con l'affettatrice...
  3. Disponete le fette su di un piatto da portata e condite con  in grani, e limoni. Finite il piatto decorando con spicchi di  e qualche foglia di insalata..servite in tavola il carpaccio di .

Consigli

Servire subito.
Le varianti
Alla ricetta base potete aggiungere tante gustose varianti. Un esempio? Il carpaccio di  con ceci e  di Tropea. Dovete aggiungere al piatto da servire due  tagliate a fette e lessate. Poi prendete una padella e scaldarvi 100 grammi di ceci già cotti in un filo d’. Vedrete che questo accompagnamento renderà il piatto completo, quasi come un piatto unico, anche dal punto di vista dell’apporto nutritivo. Le proprietà della cipolla sono risapute e tutte benefiche. E poi mangiare dei legumi fondamentali come i ceci non potrà che farvi bene.

CARPACCIO DI PESCE SPADA                                                                                                                    

Ingredienti:

Ricetta e preparazione

Ecco le istruzioni.
  1. Tagliate il  a fettine sottilissime (per riuscire in questa operazione conviene mettere il pesce in freezer per 20 minuti prima di tagliarlo). Disponete le fettine in una ciotola ed irroratele con il  nel quale avrete sciolto il sale e il .
  2. Lasciate marinare per 20 minuti in frigorifero. Passato il tempo di riposo scolate il pesce dalla marinata e tenete da parte il succo in una tazza. Lavate e tagliate la  a listarelle e disponetela in quattro piatti; sopra la  adagiate le fettine di pesce.
  3. Condite con il succo della marinata nel quale avrete emulsionato l’. Lasciate insaporire per 10 minuti.

Consigli

Servite con  macinato a parte.

martedì 8 gennaio 2013

LAGANE E FAGIOLI


  • Tempo:50 min
  • Persone:4
  • Calorie:300 kcal/Persona


  • Lagane e è uno dei piatti più rappresentativi della tradizione culinaria lucana. Si tratta di un primo piatto preparato con della pasta fresca. Le lagane, infatti, sono una sorta di fettuccine che si preparano con , sale e acqua. La variante più diffusa è quella delle lagane con i ceci. I legumi sono il simbolo della tradizione povera da cui questo piatto proviene. In particolare viene soprannominato “piatto del brigante”, in quanto i briganti che popolavano i boschi lucani ne erano particolarmente ghiotti.

    Ingredienti

    Ricetta e preparazione

    Ecco le istruzioni.Sgranare i , poi lessarli in abbondante acqua salata. Mettere la sulla spianatoia, fare la fontana, versarvi al centro un pizzico di sale e tanta acqua tiepida quanto basta per ottenere una pasta liscia e di giusta consistenza; lavorarla energicamente per qualche minuto, poi usando il matterello, stendere la pasta facendo una sfoglia sottile. Lasciarla asciugare un poco e tagliarla a lasagne (tagliatelle larghe). Poco prima del pranzo lessarle mettendole in acqua in ebollizione salata e scolarle piuttosto al dente. Versare la pasta in una terrina, unire i (anch’essi scolati) e lo strutto precedentemente messo a fuoco in una padellina e rosolato assieme agli spicchi d’ e un pizzico di .

    Consigli

    Mescolare e servire.

    lunedì 23 aprile 2012

    INSALATA DI VERDOLAGA...LÈ nota nelle diverse regioni con diversa denominazione: in italiano come porcellana, procaccia, porcacchia, pucchiacchella o picchiacchella (in alcune zone del Sannio viene chiamata, eufemisticamente, erba vasciulella per evitare |il diretto riferimento dialettale al sesso femminile,(la purchiacca, in dialetto napoletano, è la vagina), perchiazza, sportellaccio, andraca; in inglese come purslane, purslave, pursley, pusley; in spagnolo e catalano come verdolaga, verdalaga, buglosa, hierba grasa, porcelana, tarfela, peplide' (Spagna), colchón de niño (Salvador), flor de las once (Colombia), flor de un día, lega (Argentina); in portoghese e galiziano come beldroega, bredo-femea, baldroaga; in basco come ketozki, ketorki, getozca; in francese come pourpier, portulache; in cinese come Ma-Chi-Xian.


    Tra queste la oleracea è la più diffusa. Il nome botanico latino significa 'piccola porta' per il modo con cui si aprono le capsule. Gli Arabi nel Medio Evo l’hanno denominata baqla hamqa, che significa 'pianta pazza' o 'pazzesca' a causa del modo in cui i rami si estendono per terra senza alcun controllo.


    Di probabili origini asiatiche, nell’antico Egitto era utilizzata come pianta medicinale, mentre era coltivata durante il Medio Evo nei Paesi Arabi e nel Bacino del Mediterraneo, soprattutto in Spagna. In Arabia Saudita, Emirati Arabi e Yemen, sono coltivate correntemente diverse varietà di portulaca della sottospecie sativa. Negli Emirati Arabi la varietà coltivata è reperibile in molti negozi di ortaggi per essere utilizzata come insalata. Nelle regioni dell’Italia meridionale la portulaca, raccolta negli orti come spontanea, veniva venduta alla rinfusa da ambulanti durante gli anni ’50 – ’60.


    Raccolta allo stato spontaneo o talvolta coltivata, viene consumata da tempi remoti nelle regioni mediterranee. Le foglie dal sapore acidulo, crude o cotte, si consumano in insalata; sono utilizzate per preparare minestre saporite e rinfrescanti, si possono conservare sottaceto. Nella cucina napoletana era un tempo raccolta insieme alla rucola da piante che crescevano spontaneamente, e venduta da ortolani ambulanti. Rucola e pucchiacchella erano un binomio quasi inscindibile tra gli ingredienti dell'insalata.

    Nella cucina romana la portulaca o porcacchia appartiene a quel misto di varie verdure domestiche e selvatiche crude che sono consumate in insalata sotto il nome di misticanza o insalata di mescolanza. Anticamente questa misticanza la portavano a casa i frati passando a chiedere l’obolo alle famiglie, ed infatti in Corsica la portulaca viene tuttora chiamata “erba fratesca”.



    Usata per curare diarrea, vomito, enterite acuta, emorroidi ed emorragie post-partum.


    Un impacco di foglie è usato in caso di foruncoli, punture d’api ed eczema.
    Negli ultimi anni sono state scoperte notevoli proprietà nutritive e medicinali: è una fonte vegetale dell’acido grasso omega-3 (importante per la prevenzione degli attacchi cardiaci) di cui contiene modeste quantità e di acido α-linolenico; possiede un elevato contenuto di proteina cruda e di polisaccaridi idrosolubili, una buona tolleranza alla salinità e una discreta capacità di accumulo di metalli pesanti.



    è molto comune negli orti ( anche il mio ) ho provato a mangiarla in insalata......a me non piace, ma c'è chi la coltiva appositamentea portulaca (Portulaca oleracea L., Portulacaceae) è una specie infestante, una delle più diffuse nelle colture estive. Raccolta allo stato spontaneo o talvolta coltivata, viene consumata da tempi remoti nelle regioni mediterranee.
    Negli ultimi anni è stata rivalutata come potenziale new crop in virtù di alcune proprietà che la contraddistinguono: è una delle migliori fonti vegetali dell’acido grasso omega-3, α-linolenico, possiede un elevato contenuto di proteina cruda e di polisaccaridi idrosolubili, una buona tolleranza alla salinità e una discreta capacità di accumulo di metalli pesanti. L’insieme di queste proprietà fa ipotizzare l’impiego della specie nella alimentazione umana e non solo.

    Denominazione
    E’ nota nelle diverse regioni con diversa denominazione: in italiano come porcellana, procaccia, porcacchia, sportellaccio, andraca; in inglese come purslane, purslave, pursley, pusley; in spagnolo e catalano come verdolaga, verdalaga, buglosa, hierba grasa, porcelana, tarfela, peplide (Spagna), colchón de niño (Salvador), flor de las once (Colombia), flor de un día, lega (Argentina); in portoghese e galiziano come beldroega, bredo-femea, baldroaga; in basco come ketozki, ketorki, getozca; in francese come pourpier, portulache; in cinese come Ma-Chi-Xian. Alla specie Portulaca oleracea L. sono ascrivibili sette subspecie:

    1. subsp. granulatostellulata (Poellnitz) Danin e H.G. Baker;
    2. subsp. nitida Danin e H.G. Baker;
    3. subsp. oleracea;
    4. subsp. papillatostellulata Danin e H.G. Baker;
    5. subsp. sativa (Haw.) Celak.
    6. subsp. stellata Danin e H.G. Baker.
    7. subsp. sylvestris (DC.) Celak
    Tra queste la oleracea è la più diffusa. Il nome botanico latino significa ‘piccola porta’ per il modo con cui si aprono le capsule. Gli Arabi nel Medio Evo l’hanno denominata ‘baqla hamqa’, che significa ‘pianta pazza’ o ‘pazzesca’ a causa del modo in cui i rami si estendono per terra senza alcun controllo.

    Portulaca in insalata